giovedì 19 gennaio 2012

Il Prefetto esce dal Palazzo

Ieri ho partecipato a Cercemaggiore alla consegna del diploma dell’ordine al merito della Repubblica Italiana. Una cerimonia che di solito viene consumata nella sacralità del Palazzo di Governo. Il prefetto di Campobasso,  Stefano Trotta, ha voluto cambiare le regole, preferendo il refettorio del convento della Madonna della Libera.

In quella fredda sala, al cospetto di un suggestivo affresco,  è stato dato spessore a un’onorificenza che viene assegnata su segnalazione con lo scopo di «ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nell’impegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari». Una manifestazione che fa respirare un’aria di appartenenza a un popolo, a una Nazione, a un’unica bandiera. Non occorre essere dei romantici per farsi rapire dal rigore del protocollo. La scelta del prefetto Trotta di uscire dalla stanze che rappresentano lo Stato per recuperare la presenza nel territorio, non solo è da condividere, ma da incentivare. In un momento di scarsa attenzione ai valori di popolo e di Nazione è positivo che i cittadini abbiano la possibilità di riappropriarsi dello Stato avvertendone  lo spessore. Le dodici persone premiate - dispiace che non ci sia stata una sola donna “promossa” in questa tornata - rappresentano lo spaccato civile e militare di questa provincia. E che si tratti di un diploma desiderato quanto gradito lo dimostrano i tanti scatti fotografici che hanno fatto da sottofondo alla consegna dei diplomi. è mancata l’esecuzione dell’inno di Mameli, una colpevole dimenticanza che stride in un contesto di spiritualità che ha  richiamato alla fedeltà e valori che spesso vengono messi da parte.

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