Così è stato ieri mattina nell’apprendere dal procuratore della Repubblica di Isernia, Paolo Albano, i termini dell’inchiesta che coinvolge il re della moda Perna, l’Eric Forrester molisano. Un lavoro complesso quello svolto dalla Guardia di finanza, che ha spulciato carte e conti correnti arrivando a quantificare in 61 milioni di euro il danno patrimoniale causato alla It Holding di Pettoranello. Sarebbero state messe in atto “azioni dissipative del patrimonio societario, attraverso operazioni commerciali e finanziarie connotate da evidenti caratteri di anti economicità”. I soldi sarebbero transitati attraverso una serie di società e scatole cinesi, anche nei paradisi fiscali, riconducibili alla famiglia Perna. La pentola è stata solo scoperchiata e considerando anche i nomi delle persone coinvolte c’è da credere che non solo siamo all’inizio, ma ci potrebbero essere ulteriori sorprese. Vengono tirate in ballo società finanziarie di diritto lussemburghese, a sua volta detenute da un trust delle Isole Caiman. Investimenti e finanza creativa, che portano alla mente l’operazione di acquisizione dello Zuccherificio del Molise dove ci sono altri Perna. E anche lì, a Termoli, c’è la Guardia di finanza che sta indagando e controllando le carte. E con qualcuno che sottovoce farebbe credere che le banche non avrebbero aperto i loro forzieri per le procedure di cessione delle quote Tesi. L’impressione che ci si trovi veramente a un bivio dove, come in un effetto domino, possa accadere di tutto. Con i Perna in difficoltà dopo essere stati un esempio di buona finanza e protagonisti di una lunga stagione durante la quale è stato portato in alto il nome di un Molise che sa produrre. In questo momento a pagare dazio è Tonino. Forse sulla Beautiful molisana è stata stata scritta la parola: ultima puntata.
Pino Cavuoti
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