mercoledì 4 gennaio 2012

Quando siamo noi a sbagliare

Non sono nuovo a incorrere nell’errore. Anche quando non ho la responsabilità diretta per averlo commesso ma solo perché sono il direttore.

Non ho l’abitudine di buttare a mare i colleghi, anzi mi assumo l’onere in prima persona di  scusarmi con l’avvocato Arturo Messere che ieri è stato oggetto, assieme a Sandro Arco e Angelo Giovagnoli, e quanti in questo momento evito di ricordare, di diffamazione da queste colonne. In maniera leggera è stato dato credito a una lettera inviata per posta dall’Associazione musicisti molisani. Sono saltate le verifiche che sono di prassi in questo caso. Mancano infatti i nomi dei firmatari (anche se ne sono indicati genericamente in 54) né c’è un indirizzo a cui far riferimento. Una lettera anonima che, come accade di regola, non viene nemmeno presa in considerazione. Ma una incomprensione telefonica ha sentito autorizzato il collega a trattare la notizia che invece veniva sollevata, con altro tono e altri argomenti, dal direttore del Conservatorio Perosi di Campobasso, Franz Albanese. Da qui anche il diverso tono del titolo che avete trovato in prima e quello in quarta pagina. Nella vita non c’è rimedio solo alla morte, mi soleva ricordare un amico che non c’è più. L’ho fatto altre volte, e non ho problema a farlo anche adesso, facendo ammenda per quanto è stato fatto. Ognuno è libero di accettare questo atto pubblico o di decidere di adire le vie legali. Credo che non debba essere irrituale fare marcia indietro. è un comportamento da persone normali,  in un modo normale. A meno che la vita non la si debba trascorrere nelle aule di tribunale, fatta eccezione per chi vive di giustizia, tra querele e richieste di risarcimento. Il postino a casa mia bussa spesso, anche quando poi le cause, il più delle volte, finiscono per essere archiviate. Ma quanto pesa anche una sola condanna.
Pino Cavuoti

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