domenica 15 gennaio 2012

Vitagliano, tutti al lavoro con persone competenti

Elegante, colto, atletico, impertinente, scontroso, buon compagnone, antipatico ma soprattutto indiscusso istrione della politica molisana. Si sta parlando dell’assessore alla Programmazione e Bilancio della Regione Molise, Gianfranco Vitagliano. Qualcuno sostiene che come amministratore pubblico sia il massimo, al contrario di quanto sappia fare in politica dove non trova terreno fertile né l’humus ideale per farsi apprezzare per il physique du rôle come avviene quando rappresenta la Regione al di fuori dei suoi confini.
Vitagliano subito dopo la riconferma all’assessorato al terzo piano di via Genova - ha una delle più accoglienti stanze dell’intero edificio, roba da far invidia ai suoi colleghi - ha dovuto faticare le proverbiali sette camice per far quadrare i conti del Bilancio e ora si prepara a vivere, dopo il passaggio nella Prima Commissione permanente, il giudizio dell’assemblea.
 Assessore, al termine di una settimana di intenso lavoro la prima commissione ha approvato la proposta di legge finanziaria. è stato rispettato il cronoprogramma che lei si era dato?
«Si, tutto sommato. E i tempi contenuti non hanno impedito un confronto serrato e proficuo che ha migliorato, anche sostanzialmente, i saldi e l’impianto di finanziaria e bilancio. Di questo portano il merito il Presidente Niro efficace ed equilibrato  conduttore dei lavori e i componenti di maggioranza».
Quindi nessun rischio di esercizio provvisorio.
«Sono certo di no. Sarebbe stata una iattura. Spendere in dodicesimi dell’anno precedente, avendo meno risorse, avrebbe complicato la gestione finanziaria e reso assai problematici i pagamenti nella seconda metà dell’anno. C’è qualche Regione che, invece, ha scelto consapevolmente l’esercizio provvisorio (l’Umbria, la Sicilia e qualche altra). Non è più tempo per le cicale. Noi, da buone formiche, siamo stati seri e responsabili».
Quali sono gli elementi caratterizzanti del provvedimento contabile che martedì approderà in aula.
«Intanto il rigore. Da una parte per necessità. Tre manovre: due di Tremonti, una di Monti (che scoglilingua, però!) hanno ridotto le entrate correnti per oltre 82 milioni di euro in tre anni, con diminuzione drastica della copertura finanziaria di molte delle funzioni trasferite dallo Stato (istruzione, politiche sociali, trasporti, prevenzione ambientale, protezione civile, viabilità). Dall’altra le conseguenze sull’economia della crisi finanziaria con l’esigenza di concentrare ed integrare  tutte le disponibilità per il sostegno ai settori in difficoltà e, soprattutto, per favorire la ripresa. Quindi: rigore e poi crescita. Senza il primo, la seconda è  impossibile».
Società partecipate. Cambierà qualcosa con un disimpegno della Regione.
«Intanto perderanno argomenti quelli che oggi straparlano sulle partecipazioni che, come tutti sanno, si sono stratificate nei decenni in Molise. Poi molte attività torneranno al mercato ed agli imprenditori. Procederemo e rapidamente, secondo Piani programmatici distinti per l’agroalimentare e per il manifatturiero  alle dismissioni delle partecipazioni non coerenti con i fini istituzionali della Regione. è impensabile che la politica, invece di governare la Società  produca polli, zucchero, tessuti o marmitte. A parte il credito, l’informatica e la promozione dell’economia dismetteremo, valorizzandole, tutte le partecipazioni. Ovviamente, in relazione ai settori ed a particolari situazioni, non usciremo prima di aver messo in sicurezza economica di prospettiva la produzione e l’occupazione». 
Enti strumentali, ci sarà una riforma vera ponendo fine ai commissariamenti che durano da anni.
«Assolutamente sì. Iorio si è impegnato, nelle dichiarazioni programmatiche, ad avviare in Consiglio regionale, nei mesi di febbraio e marzo, un confronto aperto per un grande ed efficace riordino istituzionale che riguarderà enti dipendenti, strumentali, partecipate e, ove la competenza lo consente, l’assetto e la gestione delle istituzioni sul territorio. L’imperativo è: semplificazione! Intanto, però, non si sottovaluti sia sotto il profilo economico che “pedagogico” il vantaggio di aver eliminato, ancorché temporaneamente, tanti Consigli di amministrazione».
Ci sono aumenti che ricadranno ancora a carico dei cittadini molisani in una regione dove, rispetto alle altre, si pagano oneri più alti.
«La finanziaria regionale non determina aumenti.  Sulla imposizione in Regione, già condizionata dal disavanzo sanitario, incidono le misure della manovra Monti che riguardano beni diffusi e di uso comune».
Qual è la situazione debitoria della Regione anche in rapporto alle obbligazioni sottoscritte in questi anni.
«La Regione Molise, con un bilancio annuale di oltre !,3 miliardi di euro, è indebitata per 434.147.487,13 milioni di euro, dei quali abbiamo già restituito, e puntualmente, 94.935348,67 milioni di euro. Si tratta di vecchi mutui, contratti prima degli anni 90 per opere pubbliche (per circa 58 milioni di euro;  del prestito obbligazionario acceso nel 2003 per cofinanziare il Programma operativo regionale 2000-2006 (per circa 100 milioni di euro), approvato ma non cofinanziato dal Governo Di Stasi; del prestito obbligazionario acceso nel 2005 per ricontrattare mutui stipulati, prima del 2000, con tassi proibitivi (per circa 80,5 milioni di euro); di  un prestito obbligazionario acceso nel 2006 per investimenti sul territorio ( per circa 86,7 milioni di euro). Tutte le operazioni sono state eseguite a valle di procedure di evidenza pubblica, con atti pubblici, e con primari istituti bancari internazionali, a tassi estremamente convenienti e con strumenti finanziari sottostanti (i cosiddetti swap) a basso rischio che ci proteggono dall’aumento di mercato dei tassi d’interesse. Con un debito pari al 30% del bilancio annuo, e con oneri per capitale ed interessi di poco superiori ai 27 milioni di euro,  siamo “azienda” in ottima salute».
E il disavanzo sanitario?
«A oggi, con le addizionali regionali Irpef e Irap e con le coperture di Bilancio, il disavanzo sanitario non coperto è pari a zero. Ovviamente il disavanzo prima delle coperture, pur gradualmente ridotto negli ultimi tre anni, è ancora di 40 milioni di euro all’anno. La politica e, soprattutto, quelli che lavorano in sanità non possono e non devono  più accettare una tale condizione.  Questo, per tutti, deve essere l’anno della svolta e del pareggio finanziario.  Tra l’altro il permanere del disavanzo ci costringe all’interno del Piano di rientro che fa da diga al miglioramento tecnologico e professionale del settore. Chi può volere ancora questo?!».
Costi della politica per il mantenimento della Casta. Il Molise regione virtuosa o esempio da non imitare?
«Il Molise è Regione virtuosa. Siamo al di sotto della metà classifica, tra le Regioni italiane, per costi istituzionali.  Niente casta e niente mantenimento, però. Chi parla così fa demagogia, criminalizza una importante funzione all’interno della società e compromette la dignità della stessa democrazia. La politica va remunerata nel giusto e per quello che produce per il bene comune. Detto questo: via gli eccessi, via i privilegi, più sobrietà e meno “sfacciataggine” nel ruolo. I risparmi si ottengono, poi, semplificando e riducendo ruoli e funzioni, a cominciare dal numero delle poltrone.  Gli sprechi, infine, si eliminano soprattutto eleggendo persone competenti e che lavorano.  I fannulloni io non li ho votati mai!!».
Col senno di poi come giudica l’utilizzo degli assessori esterni fatto nella passata legislatura.
«Sul piano ideale e della democrazia partecipata ottima soluzioni e io sono tra quelli che ci hanno sempre creduto. Chi governa non può essere responsabile del controllo su quello che fa. Nella pratica, una soluzione sbagliata (l’incompatibilità dei ruoli) per un problema (il rapporto tra Governo ed Assemblea legislativa) da risolvere in altro modo. Assolutamente da evitare!».
Stagione dei congressi nel Pdl. Quante tessere ha fatto Vitagliano.
 «Una decina. Davvero!»
Dopo Michele Iorio cosa ci sarà. 
«Certamente non il diluvio. Le stagioni della politica sono più corte di quelle della vita. Per tutti. Credo sia interesse anche di Iorio che ci sia qualcuno a lui non ignoto.  è tempo di fare gli ostetrici e favorire la nascita del “dopo”. Altrimenti -  e le avvisaglie già ci sono – potremmo trovarci “nu  ‘uaglion’ nir nir, nir nir cumm’ a chè”».
Vitagliano raccoglierà il testimone?
«Qualcuno diceva che gli amici, in politica, sono spesso più ingombranti degli avversari. Se sarà così farò l’ostetrico ma gli rimarrò di certo amico».

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