venerdì 20 gennaio 2012

Ecco perché Miccicché era sempre in Molise

Durante l’ultima campagna elettorale per le Regionali, con una frequenza a dir poco asfissiante quanto costante, abbiamo registrato in Molise la presenza, quasi quotidiana, dell’ex sottosegretario Gianfranco Micciché. Nella terra di Iorio e Di Laura Frattura  il politico palermitano in  fiocco arancione ha sparso il verbo del Grande Sud, per raccogliere  consensi che hanno permesso l’elezione di un assessore e di un consigliere.

Il perché lo si è capito solo ieri con il via libera della Commissione Bilancio e Affari costituzionali della Camera dei deputati alla sanatoria per ottenere i rimborsi elettorali al Grande Sud. Un emendamento al decreto milleproroghe, a firma di tutti gli esponenti del movimento, era stato presentato per riaprire i termini per presentare la richiesta  di rimborso delle spese elettorali per il Molise. Secondo le stime la somma che potrà incassare Micciché ammonta a circa 300mila euro. Per la cronaca la proposta di modifica ha ottenuto il via libera con il voto negativo di Lega e  Idv. Rimborsi elettorali che non saranno solo a disposizione del Grande Sud, ma di tutti i partiti e liste locali che hanno partecipato alle consultazioni regionali. Un ulteriore spesa, di cui spesso non si fa memoria, a carico dei cittadini e che concorre a far lievitare i costi della politica. E mentre la Regione Molise, con l’approvazione della manovra finanziaria, ha messo mano alla riduzione della spese della Casta, a Roma si continua a mungere la mucca. I partiti, nessuno escluso, incassano soldi per i rimborsi elettorali. Partecipare alle votazioni è sempre un buon affare. Miccicché lo ha capito, ma non è stato il solo a fare la spola dalla Capitale per incontrare gli elettori in Molise. 
Pino Cavuoti

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