sabato 10 marzo 2012

L'Udc riparte in provincia di Campobasso da Costanzo Pinti

Costanzo Pinti, neo segretario dell'Udc
Arriva per acclamazione, a conclusione di un percorso di unità, il nuovo segretario provinciale dell’Udc di Campobasso. Si chiama Costanzo Pinti, è un pediatra che vive a Termoli dove nel 1997 è stato eletto in Consiglio comunale. Una brava persona che sembra fuori dalle logiche del potere. Sarà il tempo a dimostrare se questa immagine con la quale è apparso resterà tale ridando freschezza a un partito che dopo la scissione dal gruppo di Aldo Patriciello sembrava morto e defunto. E invece con sua eminenza Luigi Velardi, assessore regionale alla terza legislatura e commissario traghettatore, l’Udc in Molise non solo vive ma prospera. Se dovessero trovare conferma e la presenza di Franco Giorgio Marinelli l’Udc passerebbe a quota quattro consiglieri regionali.


Intanto nell’accogliente ristorante Mediterraneo di Petacciato dopo il saluto di benvenuto a tutti i convenuti dell’onorevole Angelo Cera, presidente del congresso, il primo a parlare è stato  il commissario provinciale dell’Udc, Antonio Saburro. Nell’intervento di saluto ha ringraziato quanti in questi anni hanno sostenuto il partito in questa provincia. Un’analisi della situazione nazionale con il governo Monti e le forze politiche che vedono in una condizione di “vicinato” l’Udc e il Popolo della libertà. Vicinanza auspicabile anche a livello nazionale considerando la coalizione regionale che da oltre dieci anni vede proprio l’Udc nel centrodestra. «Siamo alla vigilia di importanti momenti elettorali, siamo un partito delle regole che vanno rispettate per la sana gestione dell’Udc per un corretto esercizio della democrazia. Siamo convinti – ha aggiunto Saburro -  che il sistema di governo della cosa pubblica vada modificato anche nell’ambito di una battaglia contro i privilegi. Ma abbiamo il dovere di dare risposte perché le persone non credono più alla politica». Saburro ha parlato di buona politica per questo «vogliamo proporre riforme e idee nuove». L’Udc si è presentata al congressocon  593 iscritti discolati in 40 comuni, di cui 283 donne e 110 giovani sotto i 30 anni. All’orizzonte si presentano momenti elettorali importanti dove si voterà in 16 comuni.
«Un po’ mi sento a casa» ha detto nel suo saluto Mario Pietracupa, presidente del Consiglio regionale ricordando i suoi trascorsi nel partito di Casini. Pietracupa ha sottolineato che le differenze non dividono ma esaltano il senso di essere partecipi di un’idea. Il presidente del Consiglio riconosce all’Udc la capacità di moderazione «per raggiungere assieme obiettivo strategici nell’interesse del popolo molisano». 
Pippo Sabusco, consigliere regionale, che dal presidente del congresso è stato definito la vera novità della politica molisana, nel suo contenuto intervento ha segnalato le cose fatte in questi primi mesi al governo della regione con il salvataggio dello Zuccherificio del Molise e l’avvio della riforma del sistema sanitario.  L’altro neo consigliere regionale, in rappresentanza della provincia di Isernia, Mimmo Izzi ha evidenziato i prossimi momenti di vita del partito che si prepara a strutturarsi anche a livello regionale. «Nelle scelte che si fanno in Regione – ha spiegato Izzi – vogliamo coinvolgere il partito prima di prendere decisioni importanti. Su occupazione, costi della politica, avverto la necessità di ascoltare la base degli iscritti». Izzi ha parlato del suo desiderio di essere più presente anche nei comuni del basso Molise per meglio tutelare quest’area. Chissà cosa avrà pensato nell’ascoltare queste parole Velardi, vero punto di riferimento del territorio bassomolisano!
Presente anche il coordinatore provinciale dell’Udeur, Domenico Boccia, si è detto molto interessato agli esiti di questo congresso «per le nostre comuni radici e per la nostra collocazione nell’area centrista». Un pluralismo democratico e partecipativo anche per lavorare assieme per una riforma del sistema elettorale per potere scegliere direttamente i nostri rappresentanti nelle istituzioni.
L’onorevole Sabrina De Camillis in una rapida presenza ha detto all’assemblea  che occorre rafforzare la coalizione di centrodestra di forze politiche che hanno una comune radice. L’impegno nel cercare di costruire una forza parlamentare unica e la necessità di guardare alle prospettive future per ridare certezze ai cittadini.  Il vicepresidente della Provincia di Campobasso, FabioTalucci, ha ricordato il successo ottenuto in occasione delle provinciali dello scorso anno e di come sia radicato l’Udc.
Cera nel rispondere indirettamente a Sabrina De Camillis ha parlato del sistema elettorale vigente e della centralità dell’Udc anche nel dibattito nazionale.    
Più che un intervento quello di Velardi sono state delle considerazioni fatte ad alta voce tra la commozione di quello che è uno dei passaggi verso il progressivo abbandono delle responsabilità attive nel partito per assegnarle ad altri. «Con Cesa ci siamo sentiti cittadini di serie A grazie alla sua attenzione e alla sua vicinanza mettendoci sempre a nostro agio”. Velardi ha parlato della centralità dell’Udc nella vita politica. «Siamo il partito della governabilità e del buon governo» ha sostenuto con orgoglio l’assessore regionale che ha commentato la strategia politica portata avanti da Casini con la proposta di fare convergere sotto l’unica insegna di tutte le forze che fanno riferimento al partito popolare europeo. «Non siamo succubi del Pdl, e mai abbiamo voluto fare scelte verso il centrosinistra». Velardi ha parlato del rapporto con il Pdl, non di sudditanza - e giù applausi -  ma di coalizione e come tale deve restare nel corso di tutto il periodo di convivenza per il buon funzionamento della regione. Al lavoro insieme anche nella condivisione delle scelte e delle nomine. Cosa che non c’è stata nelle ultime decisioni solitarie del governatore Iorio. Necessità di una revisione del metodo nella coalizione «non vogliamo pagare due volte il biglietto nelle nomine». Il partito non è un campo da mietere ha affermato l’assessore, ma un partito da servire e non servirsi. Una stilettata a Giorgetta che non viene nominato, ma tutti lo hanno capito, alla ricerca «di un nuovo padrone da servire».
Francesco Pilone, già consigliere comunale di Campobasso per dieci anni dell’Udc, ha ripercorso il periodo buio del partito in Molise con l’uscita di molti iscritti confluiti dell’Adc che sembrava voler segnare la morte del partito di Casini. E invece le ultime elezioni hanno visto l’Udc in crescita. Michele Cocomazzi ha ribadito il suo orgoglio di appartenere al partito e orgoglioso dell’amicizia con Velardi con il quale ci sono stati anche momenti di contrasto, ma insieme per la crescita dell’Udc.  Molto appassionato il saluto di Teresio Di Pietro, presidente di Finmolise e dirigente storico del partito, che ha ricordato i momenti difficili quando sembrava che l’Udc dovesse sparire. Pochi ma intensi minuti del canuto, e non gli si dica vecchio, dell’Udc molisano.
Poi, passata la scadenza delle liste, la “scoperta” di un’unica lista consegnata al presidente del congresso. A Cera non è restato altro che chiedere la proclamazione per applauso. Pinti si insedia con un brindisi a Prosecco e grissini al prosciutto.

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