giovedì 8 marzo 2012

Politica, ma quando avremo le donne più protagoniste?

Basta scorrere l’elenco di chi eletto nelle amministrazioni regionali, provinciali e comunali per accorgersi che le donne non sono né protagoniste né comprimarie. Il Molise non si trova in una posizione peggiore rispetto al resto d’Italia. La colpa non è solo della politica che tende a escludere le donne, le quali spesso sono le prime a chiamarsi fuori.

Non è facile fare l’elenco rosa per il numero esiguo degli amministratori presenti in questa regione.  Si comincia con Palazzo Moffa un solo consigliere regionale, Angela Fusco Perrella che ricopre anche la carica di assessore. In Provincia di Campobasso c’è l’assessore Rita Lisia Colaci, mentre in consiglio siedono Micaela Fanelli, che tra l’altro è stata anche candidata presidente e Laura Venittelli, a Isernia per il Partito dei pensionati ricopre la carica di assessore Filomena Calenda mentre non si registra nessuna presenza tra gli scranni della sede di via Berta. Nei 136 comuni  molisani le uniche realtà governate da sindaci donna sono Lucito (Fabiola De Marinis), Montemitro (Valentina Giorgetta), Riccia (Micaela Fanelli), San Biase (Isabella Di Florio), San Felice del Molise (Rosida Norelli), Sepino (Filomena Zeoli), Macchia d’Isernia (Nicolina Del Bianco), Montenero Valcocchiara (Roberta Orlando) e Sesto Campano (Renata Cicerone). Solo nel 6,62 per cento dei comuni molisani c’è la fascia tricolore indossata dall’altra parte del cielo. Davvero poco.  E in talune circostanze se ci sono donne sembra più una concessione che una reale conquista sul campo del confronto e delle proposte.
Non è una questione di genere, ma l’emancipazione deve avvenire anche attraverso una maggiore presenza in quelle che sono considerate delle riserve di caccia a esclusivo uso e consumo dei soli uomini. Un po’ entrare in un salone dove si va per fumare un sigaro tenendo in mano un bicchiere di cognac invecchiato in botti di rovere.
Nelle prossime elezioni comunali ci sarà una riduzione degli amministratori pubblici. Ci sarà ancora più lotta per ritagliarsi degli spazi da poter occupare e le donne faranno ancora più fatica.
A Isernia si andrà a votare per eleggere il successore di Gabriele Melogli. Sembra data per certa la candidatura  nel centrodestra di Rosetta Iorio. Potrebbe essere questo l’elemento di novità nel panorama amministrativo del Comune pentro. Una sorta di rivoluzione copernica na in quella che è stata sempre una piazza dove spesso si è contato dalla forza con cui si sbattono i pugni sui tavoli. L’assessore comunale Iorio pare che abbia gli attributi giusti per rimettere in corsa la macchina amministrativa che nella città simbolo del centrodestra. Con lei potrebbe essere una svolta  nella politica stile macho che in questi anni è stata imposta.
A una politica amministrativa gridata si potrebbe far ricorso a una politica di gestione più ragionata. In questo momento forse c’è bisogno di cambiare le regole del gioco dando spazio a una guida al femminile. Cambio di genere e di metodo anche se non bisogna illudersi: questa donna a Palazzo San Francesco non sbatterà solo i pugni sul tavolo ma anche i tacchi, e non saranno da dodici, ci si può accontentare anche delle ballerine.
Pino Cavuoti

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