sabato 24 dicembre 2011

Aggiungi un posto a tavola

Quest'anno ho tagliato il traguardo del mezzo secolo di vita. Quella di questa sera sarà la vigilia numero cinquantuno, alcune delle quali, ad onor del vero, non ricordo nulla: ero troppo piccolo!

Quelli che mi riguardano possonoMa di quelle che ho memoria, e sono davvero tante, questa nell’anno del Signore 2011 è la più particolare. Pur avendo questo lavoro, che mi garantisce dignità e che soprattutto amo, non posso dire di navigare nell’abbondanza. Anzi. L’incertezza è data dal constatare che ho meno risorse economiche a disposizione rispetto al recente passato. La mia condizione è comune a molti altri. Non ho problema a dichiarare il mio Unico, che è a disposizione di quanti sono curiosi di leggerlo, a differenza di tanti altri - il pensiero va agli inquilini del Consiglio regionale del Molise dei quali non sono mai riuscito a poter visionare anche se è un dovere la pubblicizzazione - che nascondono i loro ricavi come fossero il frutto di un furto. Un Natale diverso. Ne avverto il sapore e l’odore perché meno preoccupato degli altri anni a dover spendere denaro per acquistare cose inutili da regalare, ma poi a chi? Ho cercato di recuperare una dimensione più pratica delle cose. Badando a quelli che sono i valori veri della vita. essere comuni a quelli vostri, che lascio a ognuno di voi indicare nell’ordine più consono alla vostra sensibilità e alla vostra etica. Hanno un ruolo importante la famiglia, gli amici e la fede. A quanti questa sera si ritroveranno a tavola per la cena della vigilia un consiglio, prima che sia troppo tardi, aggiungete un posto a tavola per chi non potrà permettersi il lusso di festeggiare. Sappiatelo che ce ne sono tanti che saranno senza stipendio o a retribuzione ridotta. E per chi non si trova in questa condizione, pensi per un istante di essere un privilegiato, anche se ha poco consideri di avere il certo. La manovra finanziaria ci ha reso tutti un po’ più poveri, ma chi non ha continuerà a non avere nemmeno il niente. Ho scritto e riscritto più volte queste poche righe prima di pubblicarle, che vogliono essere l’augurio mio personale e di tutta la redazione ai nostri cari lettori, che ringrazio per la loro fedeltà, e agli inserzionisti pubblicitari. Aggiungere un posto a tavola. Magari accadesse che qualcuno bussi alla nostra porta. Ma saremmo in grado di accoglierlo? Non sarà certo la cena della vigilia a far cambiare le sorti del mondo. Ma se si riuscisse in maniera allegorica a creare un posto libero attorno alla nostra tavola vuol dire che siamo pronti a capire i disagi degli altri recuperando un po’ di generosità e di comprensione che si sono perse per strada. Non solo nei sentimenti, ma nei comportamenti verso l’altro. Per quanto mi riguarda ho da tempo fatto un passo indietro. Avverto il disagio della condizione, ma sono sereno per una forza d’animo che mi obbliga, nei confronti della famiglia e dei colleghi, a dare sempre di più. Forse qualcuno di voi, dopo aver avuto la bontà di leggere fino all’ultima riga, si sarà aspettato ben altro. Sarà per un’altra volta intanto buon Natale a tutti.
Pino Cavuoti

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