martedì 6 dicembre 2011

Iorio e Frattura, diversi ma uguali

Sembrava che tutto andasse per il verso giusto. Sobrietà degli interventi, inviti, da una parte e dall’altra, alla mutua collaborazione per rimettere in moto la macchina amministrativa regionale in giorni contrassegnati, a livello nazionale, dalla manovra “salva Italia” di Mario Monti.

Tante belle parole in aula e nei corridoi, con l’impegno di ridare fiducia alla collettività molisana, che deve aver perso considerazione per i politici nostrani se alle urne poi si è recato meno del 60 per cento del corpo elettorale premiando con un 5 per cento i grillini. Un’atmosfera magica che si è interrotta quando si è scoperto che su trenta consiglieri regionali i gruppi che occuperanno Palazzo Moffa saranno più della metà del loro numero. Per la precisione sedici dei quali, due a disposizione del presidente Michele Iorio e l’altro per Paolo Di Laura Frattura. I due sfidanti “confinati” nei rispettivi ruolo solo con la proclamazione all’ultimo voto, hanno deciso di non aderire ad alcun gruppo tra le quattordici liste che hanno espresso almeno un consigliere nella tornata del 16 e 17 ottobre scorsi. Iorio e Frattura hanno preferito essere consiglieri di se stessi e così hanno dato vita ai loro gruppi. Così diversi, ma così uguali se tra sette liste a loro disposizione per ogni polo, sono stati costretti a trovare rifugio altrove creandosi una rendita di spazio tutta personale. Questa poteva essere l’occasione per dare un segnale. Si spera che abbiano la voglia di spiegare perché hanno fatto questa scelta che va controcorrente rispetto ai buoni propositi illustrati in campagna elettorale e nei giorni che hanno preceduto il 5 dicembre. Una data che non segnerà nessun spartiacque.
Pino Cavuoti

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