mercoledì 28 dicembre 2011

Ulisse Di Giacomo e Michele Iorio, due cuori e una capanna

Ulisse Di Giacomo e Michele Iorio
Ha trascorso il Natale a Isernia il senatore Ulisse Di Giacomo inviando auguri di Natale e leggendo i messaggi su Facebook, che sembra la sua vera passione del momento. Del resto senza tecnologia si è tagliati fuori dal mondo e dalla politica. Di Giacomo è l’indiscusso segretario regionale del Popolo della libertà del Molise. Un ruolo che gli sembra cucito addosso per quanto si sente a suo agio il senatore originario della provincia di Isernia, provincia che ama.

Manca poco alla fine dell’anno, un 2011 che per il Pdl e per il centrodestra si chiude con un bilancio positivo. D’obbligo conoscere il suo giudizio sull’anno che se ne sta andando sui risultati che a maggio hanno permesso al centrodestra di conquistare la Provincia di Campobasso e a ottobre, per la terza volta con Iorio, il governo della Regione Molise.
«Sono due risultati - dice il coordinatore regionale del Pdl - che affidano, ancora una volta, la responsabilità    di governare questa regione al centrodestra. E riteniamo che se abbiamo ottenuto il consenso vuol dire che abbiamo ben operato e questo è stato compreso dai cittadini. Si preannuncia un anno, quello che sta per arrivare, difficile per ragioni legate all’economia e alla finanza, ma riteniamo che i primi adempimenti adotatti a livello regionale vadano verso la riduzione dei costi e la sobrietà dei comportamenti dei politici che sono stati eletti in Regione».
Di Giacomo, però, la gente sembra un po’ contrariata dalle prime scelte fatte nelle nomine negli enti sub regionali perché non ci sarebbe stato un rinnovamento. Facciamo un esempio emblematico l’indicazione di Antonio Di Rocco allo Zuccherificio del Molise.
«La nomina di Antonio Di Rocco alla presidenza dello Zuccherificio va nella direzione dell’esperienza. Di Rocco si è sempre occupato di questo settore anche quando era in Regione per cui non vedo la diffidenza verso questa decisione. Credo sia una delle persone più competenti che ci siano e che poteva aspirare ad avere questo riconoscimento».
Ma può essere intesa questa nomina e quelle che verranno in un’ottica di vera razionalizzazione dei costi.
«Al di là delle persone che verranno individuate alla guida degli enti e dovranno rispondere a criteri di competenza e di assoluta esperienza, credo anche che sia stato fatto molto dal presidente Iorio e molto verrà ancora fatto con la nuova finanziaria. Sono stati ridotti il numero e i compensi dei componenti dei consigli di amministrazione e tutto ciò va nel senso della riduzione dei costi e la razionalizzazione dei servizi».
Ma il fatto che Iorio abbia vinto per una manciata di voti la considera una bocciatura rispetto alle precedenti elezioni del 2001 e 2005?
«In una regione piccola come la nostra e con il sistema elettorale per l’elezione del presidente della Regione è possibile che si vinca anche con una manciata di voti. Solo poche volte il divario tra vincitore e vinto è stato molto significativo. Voti a parte ciò che è importante è l’attestazione dei cittadini della fiducia espressa nei nostri confronti e nei confronti del presidente Iorio per tutto quello che è stato fatto in dieci anni nella nostra regione».
Facciamo una battura politica. Nella composizione della giunta Iorio ha datro le deleghe a tre assessori su sei al Pdl. Come dobbiamo leggere tutto questo: è forte il Pdl o le persone che si avevano a disposizione non erano all’altrezza e quindi viva Pdl.
«Tutit i componenti della giunta sono persone che hanno esperienza e competenza. Il fatto che il Pdl sia rappresentato più degli altri partiti deriva semplicemente dal fatto che il Pdl è il primo partito di gran lunga più votato in questa regione. In una logica di rappresentanza, dove il Pdl ha avuto più voti in assoluto, abbia anche diritto a un’adeguata rappresentanza e un ruolo predominante».
E a partiti esclusi, citiamo solo per comodità l’Udeur di Niro, cosa mandiano a dire.
«Sul solco del contenimento della spesa istituzionale Iorio si è fermato a soli sei assessori. Non solo l’Udeur ma anche altri partiti sono rimasti fuori dalla giunta. Questo non vuol dire nulla soprattutto se si pensa che le decisioni vengono assunte nell’ambito di tutta la maggioranza di centrodestra.  Tutti, anche chi non fa parte della giunta regionale, può incidere sull’attività e sulle scelte dicendo la loro».
Di Giacomo, è iniziata la stagione dei congressi nel Pdl. Qual è la situazione in Molise?
«In Molise i due congressi provinciali sono stati già fissati: a Isernia il 28 gennaio e il 25 febbraio a Campobasso. Due appuntamenti importanti nella organizzazione e nella crescita del Pdl e soprattutto nella partecipazione di tutti all’elezione di quelli che saranno i dirigenti futuri del nostro partito. Dopo la primavera ci saranno i congressi comunali per dare una struttura comunale in tutti i nostri centri per far partecipare i cittadini alla discussione politica del nostro partito. Per rilanciare la politica che sembra essersi riaddormentata».
Chi sceglierà i dirigenti politici, il partito o gli iscritti.
«Saranno scelti dagli iscritti. Abbiamo 2.500 iscritti in provincia di Campobasso e 1.200 in provincia di Isernia. Saranno loro a essere chiamati ai seggi e dove scriveranno il nome del futuro coordinatore provinciale. Una chiara dimostrazione di democrazia interna che si dà una struttura eletta direttamente».
E Ulisse Di Giacomo che farà. Passerà la mano?
«Di Giacomo continuerà a fare politica fino a quando lo vorrà il mio partito che mi ha consentito di farlo come coordinatore regionale. Comunque vada continuerò a svolgere il mio mandato di senatore della Repubblica perché questa regione ha bisogno di avere una voce in Parlamento in un momento molto delicato nel quale il territorio per essere difeso deve avere dei propri rappresentanti capaci e in grado di alzare la voce e battere i pugni. E già successo con la delibera Cipe che ha visto l’importante contributo del Pdl molisano assieme al presidente Iorio».
E' amico più di Luigi Mazzuto o Pierluigi Lepore.
Ride. «Sono amico di tutti. I nomi che ha detto sono i miei attuali coordinatori provinciali del Pdl per cui sono mie ottimi collaboratori, persone che con passione svolgono il loro lavoro».
I suoi rapporti con Iorio.
«Ottimi come sempre: noi siamo complementari. Nel senso che io mi occupo della organizzazione e delle decisioni del partito, Iorio del governo della Regione. E mi sembra che questo binomio abbia ben funzionato e speriamo che continui a funzionare nell’interesse dei cittadini molisani».
E i suoi rapporti con Alfano?
«Con Angelino Alfano ho un rapporto che è iniziato 10 anni fa quando entrambi facevamo parte della conferenza dei coordinatori regionali di Forza Italia. C’è stima e affetto tra di noi, a lui affidiamo il futuro del nostro. Credo che lui sia anche il futuro del nostro Paese. Sono convinto che nel 2013 Alfano potrà essere il candidato di tutta la coalizione alla guida del Paese».
Rivedremo Berlusconi in Molise, qualcuno lo ha utilizzato in negativo nell’ultima campagna elettorale regionale.
«Questa storia bisogna anche che venga chiarita. Il presidente Berlusconi in campagna elettorale ha chiesto se era il caso che venisse in Molise. a sostenere la nostra causa. Abbiamo lasciato che la decisione fosse presa da Berlusconi assieme ad Alfano. Alla fine ha deciso che era il caso che venisse il nuovo coordinatore nazionale del Pdl. E così è stato. E’ stata la prima uscita pubblica del coordinatore nazionale Alfano in un’elezione e il Molise si può vantare di aver dato la prima vittoria elettorale ad Alfano».
Con Berlusconi vi siete visti a Natale per lo scambio degli auguri.
«Sì, nel consueto incontro di Natale con il presidente con gli altri senatori del Pdl. L’ho visto più tranquillo, meno affaticato, più sereno. Forse con meno responsabilità sulle spalle, ma sempre con una carica umana e una grandissima voglia di mettersi a disposizione del partito e del nostro Paese».
Pino Cavuoti

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