domenica 11 dicembre 2011

E' il tempo della carità consapevole

Non abdico al mio ruolo di osservatore e cronista delle cose che accadono in questa terra. Ma sono arrivato alla determinazione di voler dare, o meglio ancora restituire la parola, ai lettori. 
A tutti coloro che vogliono lamentarsi, denunciare delle situazioni che ci possono sfuggire o addirittura non riusciamo a valutare nella giusta luce. A chi vuol proporre delle idee alternative rispetto ai problemi che ci troviamo ad affrontare ogni giorno. E mi sono imposto una missione: distribuire ottimismo tra la gente, tra quanti vorranno sostenere questo impegno acquistando una copia del giornale. Fino a quando non ci sarà qualcuno che mi dica che sto sbagliando e mi dimostri il contrario. E lo dico nella consapevolezza di essere parte integrante di un meccanismo aziendale che fa “salti mortali” per cercare di far quadrare i conti. Ero abituato a ben altre certezze, anche se poi miseramente naufragate, ed ho accolto ciò che mi è accaduto - anche se gran parte dei miei ex colleghi forse non la penserà allo stesso modo - come un’occasione per conoscere meglio i miei limiti, ma soprattutto la consapevolezza della precarietà delle cose del mondo. Ma ci vuole una grande forza di volontà, la fiducia che qualche volta viene a mancare. Lo dico a quei lettori che sono garantiti da un reddito certo e che continuano a lamentarsi. Guardate il vostro vicino di casa e pensate che forse è l’ora di imparare a stare un po’ in silenzio e di ringraziare ciò che si ha. Anzi di fare un po’ di carità che non è dare il superfluo, ma di privarsi di qualcosa. Si darà il buon esempio in un tempo che non abbiamo mai conosciuto, ma che chi ha varcato la soglia degli ottanta potrà aiutarci a far conoscere e coinvolgere per fare tutti un passo indietro.

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